Crassula “Hobbit”, l’origine di questa curiosa succulenta

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Una delle prime piantine che mi è arrivata a casa, insieme ad altre sei succulente, è la Crassula “Hobbit”. Si tratta di una succulenta davvero curiosa per la sua forma e sin dall’inizio ha subito attirato la mia attenzione.

Si tratta di una pianta formata da foglie che somigliano quasi ad un dito: lunghe qualche centimetro, alla fine si arrotondano dando l’impressione di un dito o di un orecchio. La parte finale della foglia, d’inverno, quando le temperature iniziano ad diventare rigide, si colorano di un rosso acceso. Verde e rosso dunque i colori caratteristici di questa curiosa piantina.

Parlo ancora di piantina perché quando mi è arrivata a casa erano solo tre foglie fisse nel terreno ma che, dopo solo pochi mesi, hanno iniziato ad ingrandirsi fino ad avere un gambo che, un giorno, diventerà un vero e proprio tronco.

L’origine del nome Crassula “Hobbit” deriva dalla dimensione fantasy. Gli amanti di questo genere sanno sicuramente cos’è un Hobbit: si tratta di una figura fantastica nata dalla penna di J.R.R. Tolkien e di cui scrive nella prima volta nell’opera “Lo Hobbit”, opera che aprirà poi la strada alla famosa saga de “Il Signore degli Anelli”.

Nell’incipit de “Lo Hobbit” Tolkien scrive che questi umanoidi vivono in un buco nel terreno e “non era una cavità brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una casa hobbit, cioè comodissima. Aveva una porta perfettamente rotonda come un oblò, dipinta di verde, con un lucido pomello d’ottone proprio nel mezzo. La porta si apriva su un ingresso a forma di tubo, come un tunnel“. Da questa descrizione che deriva l’origine del nome di questa succulenta che sembra essere un insieme di case di Hobbit!

La Crassula “Hobbit” è stata catalogata a partire dalla fine degli anni ’70 e, secondo le ipotesi più accreditate, è il risultato di una mutazione genetica della sola Crassula Ovata, ovvero l’albero di giada, per effetto di batteri del genere micoplasma. Secondo gli esperti tali batteri avrebbero apportato una malformazione all’apparato fogliare della Crassula Ovata dandole una forma tubolare. Per quanto riguarda invece la grandezza che può assumere, questa pianta raramente supera i 30 centimetri di altezza. Nelle foto potete vedere come è cresciuta la mia pianta nel giro di due anni!

 

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